Piano alimentare a prova di paziente fissato coi grammi


Se sei un professionista della nutrizione sarai venuto a contatto con tanti pazienti diversi, ognuno col suo approccio personale al percorso nutrizionale. Certo, ogni paziente è unico, ma è inevitabile catalogarli sommariamente in macro-generi. Potresti aver fatto una distinzione, per esempio, tra quelli a dir poco approssimativi nel seguire il piano alimentare e, al contrario, i pazienti fin troppo precisi nel rispettare le grammature degli alimenti, spesso così precisi da diventarne quasi ossessionati.
In questo articolo passeremo in rassegna una serie di accorgimenti per gestire i pazienti appartenenti alla seconda tipologia, non prima però di averne presentto un breve identikit.
Identikit del paziente fissato coi grammi
Non sarebbe strano se gli appartenenti a questa seconda categoria contassero i chicchi di riso per arrotondare una grammatura non pari, quei fastidiosissimi 83 grammi sul display di una falsa alleata: la bilancia da cucina. Non rispettare fedelmente la grammatura prescritta farebbe sentire i pazienti in questione tremendamente in colpa. Questi pazienti finiscono per essere ossessionati dalle quantità degli alimenti indicate nel piano, rischiando talvolta di perdere di vista il senso più ampio di un percorso nutrizionale, che va ben oltre l’aspetto quantitativo.
È chiaro che l’esperienza di un percorso nutrizionale non può che risultare frustrante per gli appartenenti a questa categoria di pazienti, severi nei confronti di se stessi in primis, ma che potrebbero aver da ridire anche sul vostro operato, mettendo in discussione la vostra professionalità (a tal proposito: attenzione alle informazioni che decidete di condividere con i pazienti: approfondiremo questo aspetto tra qualche paragrafo).
Certo, ci sono sì casi in cui rispettare fedelmente i dosaggi previsti del piano alimentare è importante, in molti altri invece l’obiettivo del percorso nutrizionale dipende solo in minima parte dalle quantità degli alimenti. Come gestire allora i pazienti fissati coi grammi?
Il successo di un percorso nutrizionale
Prima di passare ai consigli pratici è doveroso fare una considerazione rispetto alle modalità con cui le informazioni sono presentate nel documento finale da consegnare al paziente.
Per far sì che il paziente fissato coi grammi abbia il giusto atteggiamento nei confronti del piano è infatti fondamentale dedicarsi alla forma in cui questo viene presentato: pochi numeri e più discorsività riescono a trasmettere meglio il senso del percorso nutrizionale a questa tipologia di pazienti.
Più in generale, qualsiasi sia l’obiettivo del percorso e chiunque sia il paziente che hai davanti, la forma in cui presenti il piano alimentare influisce sul grado di successo del percorso nutrizionale. Inconscia o ragionata, questa intuizione è propria del professionista della nutrizione, che spesso preferisce elaborare i piani alimentari manualmente piuttosto che affidarsi a un software di elaborazione diete, per avere più libertà nel strutturarlo e nella presentazione del documento finale.
Le 4 semplici dritte che seguono sono pertanto applicabili nell’elaborazione manuale dei piani alimentari o con l’utilizzo di un software di elaborazione diete abbastanza elastico da permettertelo.
Misure casalinghe vs bilancia
Utilizzare unità di misura alternative al grammo è la soluzione più intuitiva per manipolare positivamente l’approccio alle quantità del paziente fissato coi grammi.
A seconda della natura dell’alimento possono essere impiegate le misure casalinghe di più ampio uso: cucchiaio, cucchiaino, vasetto, bicchiere sono solo alcuni degli alleati del tuo paziente per liberarsi dal giogo della bilancia da cucina.
Quando è necessario attenersi più fedelmente alle quantità indicate, come nel caso di pazienti diabetici, è possibile comunque utilizzare questa metodologia, assicurandosi di educare il paziente alla consapevolezza della capienza di ogni strumento. L’educazione al dosaggio alternativo è importante in questi casi per evitare che il paziente diabetico assuma più zuccheri di quelli consentiti, per esempio mangiando un frutto più grosso della media.
Quando non sono presenti particolari patologie e nei casi di pazienti fissati coi grammi, l’utilizzo delle misure alternative è preferibile: il paziente avrà un approccio più rilassato e naturale verso il piano alimentare, sentendosi in piena regola nel consumo, per esempio, di una mela intera senza preoccuparsi del peso di un singolo spicchio.
Piani alimentari senza grammature
Offrire al paziente un piano alimentare senza indicare quantità precise di alimenti è il metodo utilizzato da molti professionisti della nutrizione nei percorsi alimentari educativi. In questi casi il piano può essere riassunto in una semplice tabella riepilogativa testuale, o perché no, anche solo iconica.
Quando l’obiettivo non è la perdita di peso e il soggetto non è affetto da determinate patologie, indicare la grammatura dell’alimento non solo può risultare superfluo ma a volte anche dannoso se siamo di fronte a un paziente fissato con le quantità. Purtroppo sono pochi i software di elaborazione diete che permettono di presentare un piano alimentare senza grammature, cosa che costringe molti professionisti della nutrizione che si occupano di percorsi alimentari educativi a elaborare le diete manualmente.
Crea un piano “parlante”
La nutrizione è scienza, ma non si deve limitare a parlare attraverso numeri. Costringere un piano alimentare nelle maglie delle quantità riduce il percorso nutrizionale a uno schema sterile, che porta il paziente fissato coi grammi a vivere la dieta con stress o senso di colpa e non in accordo con la sua reale definizione: dieta significa prima di tutto stile di vita.
Il tuo compito è di trasmettere il senso di un percorso nutrizionale integrandolo a un più generale stile di vita salutare. Alla fine la responsabilità dell’interpretazione del piano ricade sul professionista della nutrizione, su di te, che scegli come presentare il piano al tuo paziente. La forma in questi casi ha molto a che fare con la sostanza.
Cosa puoi fare per far parlare il piano alimentare direttamente al paziente al posto tuo?
Arricchire di note il piano ti aiuta a trasmettere al paziente il significato del percorso nutrizionale. Se vuoi utilizzare un software di elaborazione diete, assicurati che abbia la possibilità di inserire note a ogni livello possibile: come commento al singolo alimento, al pasto, alla giornata, delle note generali e delle raccomandazioni finali.
Mostra in stampa solo le informazioni necessarie
Riferimenti troppo scientifici, come ad esempio un grafico della distribuzione dei macro, potrebbero spingere il paziente a fare ricerche sul web, rischiando di mettere in discussione la tua professionalità.
Decidi di condividere alcuni dettagli solo coi pazienti più competenti in materia.
Se usi un software di elaborazione diete, questo dovrebbe permetterti di personalizzare la stampa: di decidere quali dati mostrare nel documento finale da consegnare al paziente e di nascondere quelli superflui o che potrebbero rischiare di ossessionarlo inutilmente.
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