Come aprire il tuo Studio Professionale
Se stai pensando di realizzare il sogno di avere un tuo Studio Professionale dove accogliere i pazienti, questo è l’articolo giusto per te. Ti illustreremo tutte le opzioni a disposizione, che potrai valutare per prendere la decisione migliore.
Lo Studio Professionale oggi sta diventando sempre più simile ad una piccola azienda. Ti consigliamo infatti di adottare determinati strumenti gestionali (gestione pazienti, visite, fatture, documenti..) che non ti faranno impazzire nell’organizzazione della tua attività e ti faranno risparmiare tempo prezioso.
Studio o ambulatorio? Le differenze
Sono due strutture diverse. L’ambulatorio è una struttura gestita da una società e dove il professionista svolge l’attività per conto della società stessa. Lo Studio invece è una struttura indipendente che viene gestita in totale autonomia dal Professionista. Inoltre, come vedremo, gli Studi sono sottoposti a norme e leggi meno stringenti, rispetto agli ambulatori.
Per l’apertura di un ambulatorio, nella maggior parte dei casi, è necessaria l’autorizzazione della Regione di appartenenza. In alcuni casi viene richiesto il titolo della specializzazione per l’attività che si intende esercitare.
Lo Studio privato
Il professionista svolge l’attività in nome e per conto proprio e quindi, ad eccezione di particolari norme Regionali e Comunali, non è necessaria alcuna autorizzazione.
In questo caso si tratta di una struttura privata, dunque non aperta al pubblico. È possibile aprire uno Studio nella propria abitazione privata ed erogare le prestazioni senza intermediazione.
Restano validi solo i requisiti generali di agibilità della struttura dove si svolgerà l’attività. Non è invece obbligatorio l’abbattimento di eventuali barriere architettoniche.
Lo Studio associato
Lo studio associato, dunque condiviso tra più Professionisti, non necessità di autorizzazione se ognuno dei componenti opera con propria autonomia organizzativa e dunque non viene presentato come struttura organizzativa unitaria.
In altre parole se lo Studio non è organizzato (persone, spazi e attrezzature) in modo tale da determinare un’attività complessiva prevalente rispetto a quella del singolo operatore.
Le soluzioni contrattuali per la condivisione dello studio
Spesso la soluzione migliore per i giovani professionisti, che stanno per avviare l’attività, è quella di affittare uno spazio da adibire come “Studio”. Ci sono diverse opzioni che potresti valutare:
- Contratto di locazione ad uso commerciale
- Contratto di locazione con sublocazione
- Contratto di service
1. Locazione di un immobile
Attraverso questa tipologia contrattuale le spese sostenute (sia per l’affitto che per le utenze) possono essere dedotte al 100%. Così come l’IVA.
Nel caso in cui l’immobile sia utilizzato anche come abitazione, le spese vengono dedotte al 50%.
Questa soluzione è di tipo “rigido”, ovvero la durata minima del contratto è sei anni e il diritto di recesso del conduttore è valido solo in presenza di gravi motivi; vige l’obbligo di registrazione del contratto.
2. Locazione con sublocazione
Un’altra opzione è quella di affittare un immobile con un contratto che preveda espressamente la possibilità di subaffittare una parte dello spazio.
Il vantaggio di avere uno studio condiviso è quella di poter suddividere le spese (comuni) con altri professionisti. Ricordiamo che tra i professionisti che decidono di organizzarsi attraverso questa formula non deve esserci alcun rapporto “associativo”, dunque devono svolgere l’attività in maniera separata e indipendente. Anche in questo caso vige l’obbligo di registrazione del contratto.
3. Contratto di Service
La terza ed ultima opzione che ti proponiamo è la condivisione dello studio con un “contratto di service”. Questa opzione permette di dividersi lo spazio lavorativo e tutte le spese correlate all’utilizzo dello spazio. Sono incluse le utenze, l’arredo, eventuali macchinari o strumenti necessari per lo svolgimento dell’attività.
Inoltre le modalità di fruizione dello spazio (giorni e orario) sono concordate tra le parti, in base alle esigenze di entrambe. La durata del contratto è lasciata alla libera volontà delle parti, non è previsto alcun limite temporale al diritto di recesso.
Il contratto di service non si configura come “locazione” ma viene definito come “prestazione di servizi di natura complessa” . Per questo non vige l’obbligo di registrazione, l’IVA al contrario viene applicata.
I costi infine, addebitati ai fruitori dello spazio condiviso, sono deducibili al 100%, insieme all’IVA.
Vigilanza e controlli
Anche se l’apertura di uno studio non necessita di autorizzazione, si è sottoposti comunque a vigilanza da parte delle autorità competenti, che in qualsiasi momento potranno svolgere i controlli.
Consigliamo quindi di informarsi sempre e comunque presso gli uffici Regionali, Comunali e ASL per accertarsi che non vi siano norme particolari locali.