Il Dietista delle Cure Primarie nelle Case della Comunità
Negli ultimi due anni abbiamo avuto modo di riflettere su alcuni malfunzionamenti del sistema sanitario italiano, disfunzioni già esistenti ma portate ancora più alla luce dalla crisi pandemica.
Uno degli aspetti più evidenti nel nostro paese è la mancanza di una rete sanitaria territoriale: per la maggior parte delle prestazioni sanitarie i cittadini devono affidarsi agli ospedali e durante la pandemia questo tipo di organizzazione ha lasciato senza assistenza persone con bisogni medici considerati secondari data l’eccezionalità del momento, ma che in assoluto secondari non erano.
Questo tipo di organizzazione, congiuntamente al ruolo marginale che la nutrizione ancora ricopre in ambito sanitario, ha fatto sì che pazienti diabetici o con disturbi dell’alimentazione, per citare solo un paio di esempi, venissero lasciati soli durante il periodo pandemico.
Con il Pnrr nasce il ruolo di Dietista delle Cure Primarie nella Case della Comunità.
Pnrr: il ruolo del dietista presso le Case della Comunità
La Missione 6 (“Salute”) del Pnrr si concentra proprio su quegli aspetti disfunzionali dell’assistenza sanitaria: le prospettive sono la promozione e il rafforzamento delle reti di prossimità per l’assistenza sanitaria territoriale, lo sviluppo della telemedicina e un potenziamento dell’efficienza nell’erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).
L’albo dei dietisti sta formulando proposte concrete per riuscire a inserirsi all’interno di questo programma. L’esito positivo costituirebbe un passo importante per il riconoscimento dell’importanza della nutrizione in ambito sanitario.
Il presidente della commissione di albo nazionale dei dietisti, Marco Tonelli, ha infatti proposto di istituire il dietista delle cure primarie, una figura che lavorerebbe accanto ai medici di medicina generale e ai pediatri di libera scelta, facente parte dell’organico delle Case della Comunità.
Le Case della Comunità sono strutture sanitarie di prossimità, pensate per migliorare l’accessibilità ai servizi sanitari, luoghi di raccordo tra il Servizio Sanitario Nazionale e il territorio. Il Pnrr prevede la realizzazione di 1350 hub, uno ogni 40mila/50mila abitanti, dove operatori sanitari dei diversi ambiti lavoreranno sinergicamente al fine di garantire a ogni cittadino le cure primarie, sul modello della primary care britannica.
Nutrizione: un aspetto ancora medicalmente sottovalutato
Ad oggi la nutrizione non è ancora riconosciuta come bisogno sanitario prioritario: non esistono infatti prestazioni definite nei Lea riconducibili all’ambito nutrizionale. I Lea sono “i livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale (tasse).”
La figura del dietista delle cure primarie riscatterebbe il ruolo della nutrizione in ambito sanitario, soprattutto per quanto riguarda la medicina preventiva.
Malnutrizione: un costo in termini di salute ed economici
Benefici dell’assistenza nutrizionale territoriale
Una più capillare presenza di dietisti, a livello sia territoriale sia centrale, garantirebbe un adeguato livello di assistenza alimentare.